Terenzio, Adelphoe: la discussione tra Micione e Demea

Maggio 15, 2009 § Lascia un commento

DEMEA

DE:Sono sfinito a forza di camminare: che Giove ti strafulmini, Siro, te e la tua spiegazione! Sono andato vagando praticamente per tutta la città: alla porta, al fossato, dove non mi sono spinto? Non c’era traccia di bottega da falegname, né qualcuno che mi dicesse di aver visto mio fratello. Ma adesso ho deciso di cingere d’assedio casa sua finché non torna.

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Terenzio, Adelphoe: il dialogo chiarificatore tra Micione e Eschino

Maggio 15, 2009 § Lascia un commento

ESCHINO
MI:Fate come vi ho detto, Sostrata; io andrò a cercare Eschino perché sappia come sono andate le cose. Ma chi ha battuto all’uscio?
ES:Accidenti, è mio padre: sono perduto!
MI:Eschino…
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Terenzio, Adelphoe: il monologo di Eschino

Maggio 15, 2009 § Lascia un commento

ES:Mi strazio e mi tormento: tanti guai mi sono piovuti addosso tutt’a un tratto, che non so proprio cosa fare né cosa decidere! Ho le membra infiacchite dalla paura; la mente instupidita dal timore; in cuor mio non riesco a concretare nessun piano. Aah! Come uscirò fuori da questo casino? Mi sono caduti addosso grossi sospetti, e non a torto: Sostrata pensa che questa suonatrice io l’abbia comprata per me; me lo ha confidato la vecchia. « Leggi il seguito di questo articolo »

Terenzio, Adelphoe: Siro beffa Demea

Maggio 15, 2009 § Lascia un commento

SIRO – DEMEA
DE:Sono davvero perduto! Ho sentito dire che mio figlio Ctesifone ha partecipato al rapimento con Eschino. Manca soltanto che, se ci riesce, mi porti alla perdizione anche lui, che non è uomo dappoco. Dove posso cercarlo? L’avrà trascinato in qualche postribolo, penso: quello sporcaccione lo ha convinto, lo so bene. Ma ecco che vedo arrivare Siro: saprò da lui dov’è. Però, accidenti, anche lui fa parte del branco: se capirà che lo cerco, non me lo dirà mai, quel boia. Non darò a vedere che voglio saperlo.
SI:Abbiamo raccontato al vecchio per filo e per segno come è andata tutta la faccenda: non ho mai visto una persona più contenta.
DE:Per dìo, che razza di imbecille!
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Terenzio, Adelphoe, atto I: monologo di Micione

Maggio 15, 2009 § 1 Commento

MICIO
Storax! non rediit hac nocte a cena Aeschinus
neque seruolorum quisquam, qui aduorsum ierant.
profecto hoc uere dicunt: si absis uspiam
atque ibi si cesses, euenire ea satius est,
quae in te uxor dicit et quae in animo cogitat
irata, quam illa quae parentes propitii. « Leggi il seguito di questo articolo »

Terenzio, preludio a Adelphoe

Maggio 15, 2009 § Lascia un commento

Postquam poeta sensit scripturam suam
ab iniquis obseruari et aduorsarios
rapere in peiorem partem quam acturi sumus,
indicio de se ipse erit, uos eritis iudices,
laudin an uitio duci id factum oporteat.
Synapothnescontes Diphili comoediast:
eam Commorientes Plautus fecit fabulam. « Leggi il seguito di questo articolo »

La definizione di “fama” di Quintiliano

Maggio 15, 2009 § Lascia un commento

Per sintetizzare molte cose dette sulla fama e il suo duplice valore, ecco la definizione di Quintiliano, Institutiones Oratoriae, V, 3:

Famam atque rumores pars altera consensum civitatis vel publicum testimonium vocat, altera sermonem sine ullo certo auctore dispersum, cui malignitas initium dedit incrementum credulitas

C’è chi definisce fama e dicerie come consenso fra i cittadini e pubblica testimonianza; altri però le ritengono un discorso messo in giro senza la certezza di una fonte, a cui ha dato inizio la malevolenza e incremento la credulità

Plauto, una biografia

Maggio 15, 2009 § Lascia un commento

Feruntur autem sub Plauti nomine comoediae circiter centum atque triginta; sed homo eruditissimus L. Aelius quinque et viginti eius esse solas existimavit. Neque tamen dubium est, quin istaec, quae scriptae a Plauto non videntur et nomini eius addicuntur, veterum poetarum fuerint et ab eo retractatae, expolitae sint ac propterea resipiant stilum Plautinum. Sed enim “Saturionem” et “Addictum” et tertiam quandam, cuius nunc mihi nomen non subpetit, in pistrino eum scripsisse Varro et plerique alii memoriae tradiderunt, cum pecunia omni, quam in operis artificum scaenicorum pepererat, in mercatibus perdita inops Romam redisset et ob quaerendum victum ad circumagendas molas, quae “trusatiles” appellantur, operam pistori locasset. Sicuti de Naevio quoque accepimus fabulas eum in carcere duas scripsisse, “Hariolum” et “Leontem”.

[Aulo Gellio, Noctes Atticae, liber III, III, 11-15]

Lucrezio, la dedica a Memmio

Maggio 15, 2009 § Lascia un commento

Fra i motivi che avranno spinto Lucrezio a rivolgersi a Memmio, c’è la sua appartenenza a una determinata classe sociale e a un clima culturale; quindi Memmio può rappresentare il lettore ideale di un’opera difficile, che affronta, con uno stile decisamente alto, la filosofia epicurea. « Leggi il seguito di questo articolo »

Excursus linguistico: oscillazione tra il senso positivo e negativo di “fama” nella Comedia di Dante

Maggio 15, 2009 § Lascia un commento

A. Inf II 58-60: O anima cortese mantovana, | di cui la fama ancor nel mondo dura | e durerà quanto ‘l mondo lontana

B. Pur VI 115-117: Vieni a veder la gente quanto s’ama! | e se nulla di noi pietà ti move, | a vergognar ti vien de la tua fama (=”infamia”)